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CUORE SELVAGGIO
(WILD AT HEART)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 25 maggio 1990
 
di David Lynch, con Nicolas Cage, Laura Dern, Willem Dafoe, Isabella Rossellini (Stati Uniti, 1990)
 
C'è il cinema della riflessione nella moderazione, della ripresa delle strutture antiche da riadattare alle urgenze attuali ed all'interno del quale ci si può sempre rinnovare, il cinema della consolazione. È quello degli atti di fede, quello (per limitarci alla platea dell'ultimo Festival di Cannes, dove CUORE SELVAGGIO vinse la Palma d'Oro) degli Eastwood, dei Tavernier, dei Rappenau.

E c'è il cinema dell'iperbole. Che non esclude la riflessione; ma che, di certo, non promette la consolazione. Quello dei gridi, degli eccessi e degli affanni, dei soprassalti e delle indignazioni, quello di WILD AT HEART.

Una storia (road-movie, trash - movie, thriller fantastico con passaggi da commedia musicale e strega genere Biancaneve) come il cinema americano - il cinema americano votato a sorprenderci - ci regala da sempre: itinerario in un ambiente (fisico, e quindi anche morale) di quell'America così orribile che così bene - come diceva giustamente Natalia Aspesi - riesce al cinema. Un cerino sfregato che s'infiamma, in un fragore che il dolby del cinemascope amplifica a dismisura. Avido ed eccessivo, folgorante e clamoroso, WILD AT HEART è proprio come quel cerino che introduce ogni nuova situazione: brucia in attimo, ma con rabbia, e lasciando quella traccia, quasi indefinibile, di zolfo.

Come i destini dei propri personaggi (straordinari Nicolas Cage, Laura Dern, Wilhelm Dafoe, Harry Dean Stanton, già da leggenda), la caducità delle sue illusioni, la vanità effimera dei suoi valori, il nuovo film dell'autore di ELEPHANT MAN e di BLUE VELVET è un film dell'oggi, anzi del domani. Di quel domani che a noi pare più che improbabile, insopportabilmente incerto: ma che per i nati di oggi è tranquillamente iscritto nel loro programma genetico.

Sgradevole, violento, o delirante, CUORE SELVAGGIO è soprattutto stupendamente scritto: non c'è una sequenza - in questo film da adorare o da odiare - dalla quale sia assente l'invenzione. Non una situazione durante la quale non si cavi, da quel cappello a cilindro ormai un po' sformato che è il cinema, il coniglietto immacolato - con l'eccezione di quella piccola macchia di sangue tanto cara all'autore - destinato alla nostra meraviglia.


   Il film in Internet (Google)

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